INDISCRETO. LE PAGELLE DI OSCAR ELENI.

 

Basket che a 40 minuti dalla fine ha le sue otto finaliste dove non troveremo la Napoli vincitrice della coppa Italia. Gruppo di elette dove a sorpresa  canteranno la neopromossa Pistoia, la Reggio Emilia che l’anno scorso lottava per salvarsi, il progetto Tortona che sembrava svanito per colpe che erano di tutti e non soltanto di Ramondino, piccolo paradiso anche per la Trento che alle finali arriva in pezzi, ma con il cuore intatto. Avanti con le pagelle gridano dal vulcano spento, avanti con le baggianate urlano dal cratere dove invece il diavolo sputa di tutto  perché in giro si prega per la pace, ma poi si fanno i soldi con la guerra come diceva quel famoso miliardario cinico: quando c’è sangue nelle strade e la guerra incombe è il momento di investire.

10 A POZZECCO che con la giusta ironia, vedendo che  ò tornato a vincere  anche il rugby, tormentato adesso da battaglie intestine per contrastare il presidente Innocenti, uno che sul campo non porgeva mai l’altra guancia, ha fatto sapere a Petrucci e Malagò che se davvero il basket è l’ultima squadra di sfigati non si arrenderà sperando di farcela alle preolimpiche di Portorico.

9 A PISTOIA vera rivelazione dell’anno, un premio per chi ha costruito una squadra bella e una società con dentro qualcosa che ora si godranno gli americani.

8 Al mondo FORTITUDO per come ha ricordato il Douglas del tiro scudetto, nella finale contro Milano, scomparso a soli 44 anni. Non è retorica quando si dice che la morte fisica non farà mai dimenticare la vita e  le qualità di chi ha servito bene nella battaglia dell’esistenza.

7 Al COLDEBELLA che ha visto la Reggio Emilia costruita così bene arrivare al porto dei play off con una settimana d’anticipo. Come giocatore sapeva dove mettere la faccia, come dirigente sa dove mettere le mani. Una bella scoperta.

6 A  CINCIARINI e TAMBONE per aver tenuto in vita le speranze di Pesaro che  domenica  a  Venezia conoscerà il suo destino, ma anche lei , come BRINDISI ha saputo onorare una battaglia dove TREVISO ha trovato le armi giuste per restare dove merita.

5  A MILANO e BRESCIA che avevano la tavola apparecchiata come deve essere per le prime in classifica anche se poi per i quasi 10 mila, qualcuno dice 8 mila, chissà, i camerieri hanno portato in tavola un brodino da ospedale.

4 A VARESE se non rifletterà bene su questa salvezza trovata e forse non del tutto meritata se pensiamo alla resa contro Treviso in una sfida che poteva diventare decisiva. Caro Scola è il momento di tornare a guardare la sala coppe della società e poi pensare a Masnago sempre pieno. La gente bosina ha pazienza, ma non si sa fino a che punto.

3 A VALENTINE, utilizzato soltanto 4 minuti da Messina, se, insieme ad altri giocatori  invisibili che dovevano dare all’ARMANI certezze a sostegno della dichiarazione “Non faremo prigionieri” non spiegherà come hanno fatto i loro agenti a lucrare contratti così consistenti. Non diteci che è tutta colpa dei video.

2 A NAPOLI per aver perduto nella festa dopo il successo in coppa Italia quella magia che faceva della squadra di Milicic e Dalla Salda una bella realtà  capace di risvegliare una città dove il basket è storia.

1 Alla REYER e ai suoi umori  che sembrano influenzati dall’acqua alta senza protezione. Come dice l’allenatore questa mancanza di concentrazione  se si nota poco, come nel viaggio a vuoto sul campo di Brindisi, diventerà una palla al piede se davvero la quinta e prima avversaria dei play off dovesse essere Reggio Emilia.

0 Alla LEGA, a tutti quelli che nelle televisioni hanno sprecato la grande occasione di mettere in scena un vero basket minuto per minuto e siamo sicuri che il Bagatta, ad esempio, sarebbe  stato più felice di poterlo dirigere piuttosto che ragionare sulla partita in maschera fra Milano e Brescia, troppo malandate e piene di infortunati per capire dove potranno arrivare e le dichiarazioni finali  di Messina e Magro, soddisfatti alla loro maniera, dice che il campo ha mostrato soltanto ombre e non giganti.

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