Dalla Gazzetta di Reggio a firma Adriano Arati, il dibattito sintetizzato.
Un'occasione per riflettere sulla gestione dell'errore e dello sbaglio, momenti perennemente presenti nell'uomo, e la pressione che i social media e la contemporaneità possono mettere sui giovani atleti. Sono temi di costante interesse che esulano dalla sola pallacanestro, quelli affrontati domenica al cinema Eden di Puianello durante la cerimonia di premiazione della 39ª edizione del Premio Reverberi promosso dall'amministrazione comunale di Quattro Castella, la prima dopo la scomparsa del fondatore, Gian Matteo Sidoli. Nel corso dell'evento, condotto dalla giornalista Giulia Cicchiné, sono stati premiati tra gli altri l'ex playmaker biancorosso Peppe Poeta, miglior allenatore 2025/25 alla guida di Brescia e omaggiato sul palco dal reggiano Maurizio Bezzecchi, da decenni responsabile della comunicazione della LegaBasket. Con lui, l'ala di Milano Pippo Ricci, titolare di un bel progetto benefico sostenuto dall'Armani, la miglior giovane Under 22 del basket femminile italiano Arianna Arado, ala del Derthona, e l'Under 17 della Pallacanestro Reggiana arrivata terza alle finali nazionali di categoria. Una delle fasi più interessanti è stata la piccola tavola rotonda, voluta dall'assessora Daniela Campani, in cui hanno ragionato insieme Poeta, Ricci, la Cicchiné, la Arado e i due tecnici delle giovanili biancorosse Giordano Consolini, coach dell'Under 17, e Andrea Menozzi, responsabile della cantera della società reggiana. Insieme hanno parlato di due temi, l'errore e la pressione esterna, soprattutto quella digitale. L'errore, ha ricordato Poeta, "è qualcosa con cui dobbiamo convivere e che prima di tutto deve servirci per crescere, per capire come migliorare e come far meglio successivamente. La grande difficoltà è accettarlo, ma bisogna farlo". Concetti ribaditi anche dagli altri protagonisti, da un Ricci che ha ricordato la sua crescita dalle Minors all'Eurolega ai due maestri di basket Consolini e Menozzi. E pure da una Arado che sta vivendo la fase del salto, quella in cui trasformare gli errori in opportunità. Se l'errore è una costante della vita umana e degli atleti, una delle novità in chiaroscuro degli ultimi anni è la permanenza dei social. "Non mi piace dire che i ragazzi di oggi siano meno attenti o motivati, non è vero, forse sono più fragili perché ci sono tantissime pressioni esterne" ha fatto notare Consolini. Un adolescente odierno è immerso nei social, un atleta di livello odierno è costretto a convivere con i social e con i loro commenti feroci e spessissimo ingiustificati così come con siti di graduatorie dei prospetti, con analisi costanti. Restare concentrati, ha raccontato la Arado parlando della sua esperienza diretta nella gestione dei propri profili, non è facile, tocca alla persona trovare concentrazione e forza dentro una perenne turbolenza.
da Superbasket
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