Nel prossimo autunno, tanto per capirci, la Reyer avrà finalmente il suo palasport da 10mila posti nell’area del Bosco dello Sport, ad un tiro di schioppo dall’aeroporto Marco Polo di Tessera, se sarà data un’ultima accelerazione ai lavori che sono a buon punto. E quindi avrebbe la capienza necessaria per giocare anche l’EuroLega al posto della Virtus, che è ancora senza sponsor, qualora le riuscisse di vincere proprio l’EuroCup. Però con Spahija alla guida, anche mi sbaglierò, ma la cosa mi pare assai improbabile. E lo sapete, perdonatemi l’immodestia, difficilmente mi sbaglio nel basket. Come che non c’era da preoccuparsi – ve l’avevo detto – della Olidata di Super Ronci–Ivanovic schiaffeggiata al Paladozza dalla Vanoli. E come del resto la imbroccava spesso e volentieri Luigi Brugnaro quando una delle sue priorità erano proprio gli orogranata con i quali aveva un ottimo rapporto, usando le buone o le cattive maniere, ogni domenica nello spogliatoio del Taliercio. Pur parlando solo in veneziano con gli americani.
Lasciando per il momento ai margini della faccenda Federico Casarin, anche se così purtroppo non è, dal momento che il primo cittadino di Venezia si fida ancora ciecamente di lui, come del resto Giannino Petrucci del suo vicario nonostante il vice presidente della federazione non sia nemmeno riuscito a portargli i voti del Veneto nell’ultima assemblea elettiva, c’è da dire che il futuro prossimo della Reyer è più in mano al figlio Andrea, che ne capisce di palla nel cestino quanto il padre, e soprattutto alla bella Stefania che, seguendo molto da vicino la squadra femminile, ha fatto nelle ultime stagioni con l’Umana d’Andrea Mazzon e Eugenio Dalmasson assai meglio dei maschiacci di Neven Spahjia. Al quale nemmeno dispiacerebbe – detto tra noi – di tornare in Slovenia e ai suoi amatissimi uliveti croati se anche lo esonerassero, però gli pagassero sull’unghia ogni mese lo stipendio come da contratto sino a giugno.
Gira infatti voce in città, e parlo di Mestre più che di Venezia, d’un possibile separazione di Olivetta dalla Reyer. Soprattutto se Venezia dovesse perdere il duello non proibitivo con l’Armani. La quale ha di nuovo deluso e perso allo sprint lo scontro di metà settimana al Forum con il Valencia prima della trasferta di martedì a Barcellona e del match di giovedì con Parigi. In EuroLega è nel gruppo delle penultime in classifica con appena due successi in sei partite e dunque Messi(n)a sta adesso molto più attento a non commettere altri passi falsi in Europa che in campionato. Dove c’è sempre tempo per andare a riprendere Brescia in fuga solitaria anche soltanto con Ricci, Tonut, Flaccadori, Mannion, Ellis, Bolmaro, Diop e Totè. Cioè con otto italiani. Più un lungo qualsiasi tra Booker, Nebo e l’“utilissimo” Dunston come hanno convenuto Andrea Meneghin e Ciccioblack insieme nella telecronaca di giovedì.
Come faccia Andrea ad andare d’amore e d’accordo con Tranquillo, Dio solo lo sa e comunque sono contento se il figlio di Dino riesce ad essere bravo e brillante anche con quello scassacazzi che non sta zitto un secondo ed è nato tarantolato. La stessa qual cosa in fatto di sopportazione devo pensare che abbia il mio sindaco con Federico Casarin se racconta, e gli credo, che ogni anno gli sgancia una dozzina di milioni e lui deve lo stesso mostrarsi contento se come nella passata stagione, dopo non aver conquistato né un posto tra le migliori otto in Coppa Italia né in EuroCup, ha vinto due partite in casa con la Virtus senza Shengelia e perso la quinta dei quarti dei playoff negli ultimi tre minuti quando è entrato sul parquet il georgiano mezzo sfasciato.
E’ tutto. O quasi. Devo ancora dare almeno io, e non il Pesciolino rosso, una spiegazione alla foto e al titolo del pezzo che ora vado completando. Dopo avervi tenuto, spero, sin qui sulle spine. E’ invece tutto molto più semplice e chiaro di quello che si possa pensare. In quasi due anni il simpatico Olivetta, furbo come una volpe, non ha fatto danni, ma neanche il minimo necessario per soddisfare un padrone, che ogni mese tira fuori per la Reyer un bel milioncino d’euro, e tutta la sua famiglia allargata alla quale ha fatto andare spesso di traverso la digestione. Ha utilizzato Davide Casarin per una montagna di minuti come pretendeva il padre, ma con lui il talentuoso ragazzo è andato di male in peggio.
Quindi non mi sembra di sparare un’eresia se affermo che non è solo una mia fantasia pensare da chi possa essere sostituito in un lampo Spahija. Una volta, quando era cittì della nazionale azzurra, ero sicuro che fosse Gian Piero P(r)ozzecco che mi ha confessato d’aver fatto e disfatto la valigia non sa più quante volte. Adesso punto tutto invcce su Walter De Raffaele, il mio caro Ray-ban, che la settimana scorsa è stato da queste parti e non so con chi della Reyer si sia incontrato. Ma lo sono venuto a sapere e per questo mi sono un po’ arrabbiato decidendo di vuotare oggi il sacco. Scrivendo quello che so. E non è poco. Senza fare sconti a nessuno. Dispiacendomi per Frank Vitucci che ha pochissime possibilità di realizzare di nuovo il suo sogno finché ci sarà il Pesciolino rosso nella boccia veneziana. E un giorno vi dirò pure il motivo che sino a poco tempo fa pensavo fosse soltanto un pettegolezzo. Insomma stavolta a decidere saranno Andrea e Stefi. Più di Luigi Brugnaro. E non sarà la loro di sicuro una scelta sbagliata.
tratto dal blog di Claudio Pea
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