PROCESSO. IL FALLIMENTO DI MILANO E' COLPA DI MESSINA?

Eurolega: il fallimento dell’Olimpia è colpa di Ettore Messina?

Ieri l’Olimpia Milano ha perso una partita fondamentale, in Eurolega, contro l’Anadolu Efes. La sconfitta in terra turca, infatti, ha chiuso definitivamente il piccolo spiraglio playoff che la compagine meneghina aveva lasciato aperto nelle ultime settimane. La matematica esclusione ancora non è arrivata, ma tutto lascia presagire che sarà solo una questione di ore. Si tratta di un fallimento di proporzioni storiche per l’Olimpia, che ad inizio stagione si presentava come una delle squadre favorite alla vittoria finale dell’Eurolega. Cerchiamo di capire, allora, quali sono stati i motivi che si sono celati dietro questa disfatta: Ettore Messina ne è il colpevole principale?

Una offseason balorda

Le premesse alla stagione, come anticipato, erano più che positive. Il mercato estivo dell’Olimpia aveva fatto registrare i migliori colpi in tutta Europa e il roster sembrava profondo e adatto a livello di talento. La piccola macchia, tuttavia, di quei mesi è rappresentata dalla preparazione atipica avuta dalla squadra. La presenza di Eurobasket e qualche infortunio (Pangos in primis) nelle prime settimane hanno impedito alla squadra di gettare fondamenta solide su cui costruire i primi mesi di stagione. Gli Europei hanno impedito a molti giocatori di avere una preparazione totale, lasciando anche strascichi importanti in alcuni. Primo fra tutti Voigtmann, che per mesi è rimasto fuori condizione non riuscendo ad inserirsi all’interno dei meccanismi di Messina. Queste ultime settimane hanno mostrato cosa è capace di fare il tedesco se in forma e se messo all’interno di un sistema vero e proprio. Sistema che per Milano è stato molto difficile costruire in offseason per via di una preparazione non ottimale.

Infortuni letali

Uno dei fattori che, più negativamente, hanno inciso sulla stagione meneghina sono stati senza dubbio gli infortuni. La sfortuna dell’Olimpia, da questo punto di vista, ha raggiunto dimensioni assurde nel corso dei mesi, tanto che fare una lista de giocatori rimasti fuori per infortunio impiegherebbe diverso tempo. Basti dire, però, che Kevin Pangos e Shavon Shields hanno giocato solo una bassissima percentuale delle partite stagionali. Non due giocatori qualsiasi, ma il playmaker titolare e il miglior realizzatore della squadra. A questo, si aggiungono anche le assenze continue di Gigi Datome, Tommaso Baldasso e ultimamente Paul Biligha, un terzetto che almeno in Italia fa sempre comodo. Creare un’economia di squadra in queste condizioni è, quindi, compito arduo, anche per un luminare come Ettore Messina. Che infatti più volte in stagione ha dovuto adattare ruoli e giocatori come possibile, a causa delle assenze dei compagni. Oltre a dover ripetutamente intervenire sul mercato.

The decision, quella brutta

Una delle questioni più dibattute, all’interno di questa stagione, è stata la scelta di Ettore Messina di non andare a sostituire l’infortunato Kevin Pangos sul mercato. Il canadese è stato assente dal 24 Novembre (gara contro il Fenerbahce) fino al 5 Marzo (partita contro Scafati). Un’assenza lunghissima, ma che inizialmente si pensava potesse essere più corta. Su questo c’è stato l’enorme errore di valutazione dello staff milanese ma soprattutto di Messina, che in quanto allenatore e POBO (President of Basketball Operations) ha deciso inizialmente di non sostituire Pangos, confidando in un suo rientro non troppo lontano. Questo ha lasciato la squadra senza un playmaker per più di due mesi, visto che Shabazz Napier ha esordito con l’Olimpia il 31 Gennaio. Due mesi fatali soprattutto in Eurolega, dove il record di quelle settimane recita 3 vittorie e 9 sconfitte.

L’arrivo di Napier e la disfatta

Con l’arrivo di Napier, l’Olimpia Milano ha assunto tutta un’altra conformazione. La presenza dello statunitense ha consentito alla squadra di trovare rotazioni equilibrate e soprattutto un punto di riferimento a cui affidare il proprio attacco. Questo ha permesso alle scarpette rosse di provarci fino quasi all’ultimo in Eurolega, cioè fino a ieri sera. La debacle contro l’Anadolu Efes ha chiuso definitivamente le porte playoff alla squadra. Una sconfitta che può capitare, all’interno di una stagione normale, ma che è abbastanza ingiustificabile nella situazione di Milano. L’Olimpia ha trovato di fronte a sé un Efes mai così lucido come in questa occasione, ma la prova delle scarpette rosse è stata troppo povera per dire anche solo “ci abbiamo provato”.

Ancora una volta, i ragazzi di Messina si sono sciolti come neve al sole. Era successo in Coppa Italia con Brescia, era successo contro la Virtus pochi giorni fa al Forum, è successo nuovamente ieri. Nei momenti difficili ma davvero importanti il gruppo non riesce a rispondere presente. La squadra è arrivata alla partita di ieri in condizioni fisiche pietose, facendo rimuginare sulle rotazioni utilizzate in campionato nella sconfitta con Brescia. Inoltre, ancora una volta, Messina non ha saputo trovare soluzioni alle difficoltà incontrare da Napier quando pressato in modo efficace. Che il sistema non fosse rodato e neanche esistente nei primi mesi di stagione è giustificabile, ma prove di questo tipo arrivati a questo punto non lo sono più così tanto. Certo, pesano molto le assenze di queste ultime settimane nella gestione delle varie partite e minutaggi. Certo, la partita da vincere in stagione non era questa ma quella all’andata contro il Panathinaikos, o una delle due contro l’Alba Berlino. Ma questa mancanza di mordente suggerisce la presenza di lacune più profonde.

Tempo di tirare le somme

Ora l’Olimpia è chiamata a concludere questa stagione nel migliore dei modi. In Eurolega, nonostante i playoff non siano più alla portata, è obbligatorio comunque continuare a cercare di vincere, quantomeno per non far perdere fiducia ai giocatori. In Italia, il primo posto in stagione regolare sembra ormai sfumato, ma ciò che davvero conta saranno i playoff. La vittoria finale di uno Scudetto potrebbe cambiare, e di molto, la percezione intorno a questa stagione di Milano, così come una sconfitta potrebbe appesantire ulteriormente lo sconforto e la sensazione di fallimento. A stagione conclusa, sarà poi tempo di tirare le somme. Chi ha dimostrato, all’interno del roster, di essere degno di una conferma? E, soprattutto, si continuerà con Ettore Messina? Armani ripone totale fiducia nell’ex Spurs, questo si sa bene, e un suo allontanamento sembra improbabile. Ma un ragionamento andrà di certo fatto, perché il coach non ha tutte le colpe di questo mondo, ma anche lui in questa stagione ha fatto diversi buchi nell’acqua.

Fonte: Backdoor Podcast

 

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