UNA HOTELS. IL ROSTER AI RAGGI X.

 

Il roster ai raggi X

Dalla Gazzetta di Reggio a cura di Adriano Arati. Benvenuti nel mondo nuovo. 

L'ingaggio di Echenique come nuovo centro completa l'organico della Una Hotels per il 2025/26 e certifica come nella nuova stagione si navigherà in acque diverse rispetto a quelle diventate familiari negli ultimi due anni targati Dimitris Priftis. Il lungo colombiano ha stazza, sa usare il corpo e finire bene in area, in difesa è bravo a creare ingombro e a usare le lunghe leve. È un elemento navigato e di certo si poteva pescare peggio. Il suo arrivo ricorda però che è finita la breve ma intensa epopea che ha visto Reggio diventare nello scorso biennio la squadra più fisica e tosta sotto al canestro. Faye non c'è più Non è colpa di nessuno, va rimarcato. Semplicemente, non esiste un altro Momo Faye pronto a uscire a 19 anni dal vivaio e a dominare fisicamente contro gli adulti. La combinazione di atletismo, doti fisiche, muscoli, agilità e verticalità offerta dal centro senegalese è difficile da ritrovare, ancora più in quello che per molti versi era un adolescente spedito in una galassia diversa da quella in cui è cresciuto. La capacità di maturazione di Faye è stata impressionante, ma pensare di replicarla spesso è mera utopia. I lunghi con il corpo e l'esplosività di Faye di solito stanno in Eurolega, e viaggiano con ingaggi con uno "zero" in più rispetto a quelli soliti. Cambiamento doveva essere, e sarà. Il salto sarà ampio. Dall'inizio del 2024, dal cambio tra Hervey e Black, sino al maggio 2025, la Pallacanestro Reggiana è sempre stata tra le prime tre del campionato, alla peggio, come punti concessi, come rimbalzi catturati e come stoppate rifilate. L'attacco si è spesso ritrovato in fondo alle graduatorie, ma il problema altrui era segnare, contro i biancorossi. Questo strapotere ha dato costanza e risultati. Nel 2024/25, Reggio ha perso solo un match, surreale a Pistoia, contro le squadre della parte bassa della classifica. Uno solo. Faye e Faried non erano gestibili, per team inevitabilmente più leggeri nel pitturato. Il nuovo mondo La nuova Una Hotels avrà caratteristiche diverse. Sotto canestro il tonnellaggio non mancano, Echenique è massiccio, Cheatham e Severini sono alti e larghi per il ruolo e Williams ha potenza e salto in abbondanza. Le loro caratteristiche sono diverse, il colombiano può farsi sentirsi con l'ingombro e con stoppate in aiuto, ma non ci sarà più quel muro frontale difficile da valicare. Non vuol dire che la Una Hotels lavorerà male dietro, anzi la tenuta difensiva appare ancora una volta come il marchio di identità biancorossa. Si vedranno più aiuti, forse, e molte più soluzioni tattiche con tre lunghi insieme, grazie alla mira di Cheatham e Severini. Priftis si è imposto per la costosa permanenza di Cheatham pensando anche al suo utilizzo da ala piccola, già sperimentato con buoni esiti nel 2024/25, all'interno di zone che evitino di esporre i lunghi contro esterni più rapidi e allo stesso tempo diano tenuta a rimbalzo. Responsabilità offensive L'altro grande cambiamento, questo pienamente voluto e non costretto dal mercato come con Faye, è quello degli esterni Usa. C'è solo una novità, Caupain per Winston, ma bella pesante. Winston era difficile da trattenere dopo i tanti alti e bassi visti e soprattutto dopo il pessimo finale. Ma per mesi ha regalato basket di un altro livello, creando attacco da solo col suo infinito talento. Peccato che metà delle volte se lo scordasse, o lo seppellisse sotto i falli inutili. Caupain è molto più solido fisicamente, ha forza, sa segnare e passare ma non con la superiore qualità pura che Winston, quando gli astri erano allineati, poteva regalare. A oggi, nei finali di gara, il riferimento principale torna a essere Smith, sempre perfetto tecnicamente ma giunto a quota 38 anni. Non potrà sempre essere spremuto. Le alternative? Caupain e Barford, chiamato a ripartire dagli ultimi eccellenti mesi in attacco. E poi toccherà a Cheatham, con la sua tecnica. Nessuno di loro può offrire gli sprazzi di onnipotenza di Winston, ma al contrario del play di Detroit sono abituati a giocare con costanza ogni volta. Non è detto sia peggio.  

da Superbasket 

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